di Samuel Bonifazi

Sin da bambino ho sempre avuto la
passione per gli animali, estinti o vivi che siano e oggi un’altra mia passione
quella per la micologia, mi porta a passare praticamente tutto il mio tempo
libero immerso nella natura dove l’incontro con alcuni dei suoi abitanti è
inevitabile. Che il protagonista dell’incontro sia l’elegantissima poiana
appollaiata su di un traliccio ad aspettare il passaggio di un roditore o un
elusivo capriolo che pascola in un campo di erba medica l’emozione è sempre
tanta.

Ci sono animali però che non sono
semplici da vedere dal vivo e questo li rende ai miei occhi ancora più
affascinanti. Sono praticamente stregato da quello che considero il re dei
nostri boschi: il lupo. In inverno ho passato ore seguendo le piste sulla neve
ma ancora oggi non ho mai avuto il privilegio di poter incrociare il mio
sguardo con il suo. Ma c’è un altro animale che tormentava i miei sogni, un
animale avvolto da un’aurea di mistero talmente elusivo da essere considerato
un vero e proprio fantasma dei boschi: Il Gatto Selvatico Europeo (GSE) o Felis silvestris silvestris.

Un giorno sfogliando per caso un
libro della Regione, mi sono imbattuto in una cartina dell’Umbria divisa in
celle dove era raffigurata la distribuzione regionale di questo splendido
felino. La presenza era in sole 13 celle e tutte ben distanti dal Monte
Subasio, tuttavia cercando su internet la presenza di questo animale all’interno
del parco sembrava più che certa ma non mi bastava volevo vederlo con i miei
occhi. Prese piede un’idea che mi balenava per la testa da tempo: acquistai un
paio di fototrappole per poter monitorare la fauna selvatica che si aggirava
nei boschi sapendo che immortalare il Gatto Selvatico Europeo era un po’ come
fare 6 al superenalotto. In un anno e mezzo ho girato centinaia di video, ho
visto piccoli caprioli muovere i primi passi e scoprire il bosco insieme alla
propria mamma per poi ritrovarli molti mesi dopo con i primi abbozzi di palco
mentre sgranocchiavano avidamente germogli di pino, branchi di cinghiali accaparrarsi
i migliori bulbi e tuberi che la terra offriva, curiose volpi che fissano e
graffiano la telecamera con le zampe per capire cosa è, goffi e simpaticissimi
tassi prepararsi all’inverno e alcuni giorni dopo una nevicata 5 bellissimi
lupi. Poi arriva Maggio, nel rientro dal bosco comincio a visionare le varie
registrazioni lo schermo indica 25 Maggio sono le 03:45 la scena è vuota,
spesso capita che la fototrappola si attivi per vari fattori climatici mando
avanti la registrazione ad un tratto qualcosa passa davanti l’obbiettivo….non
capisco subito cosa è l’animale è passato praticamente sotto la fototrappola
mando avanti e indietro il video più volte, ci sono! è una coda!!e sembra di un
gatto!!Mando avanti voglio visionare subito il prossimo video. È datato 26
Maggio anche questa volta la scena è vuota, passano alcuni secondi e
precisamente alle 04:22 il mio regalo di compleanno fa capolino nell’ angolo in
basso a destra dello schermo, sono pochi sfocati secondi ma tanto basta per
capire che mi trovavo davanti al fantasma dei boschi…il Felis silvestris silvestris.

Finalmente avevo la certezza che
lo sfuggente felino girovagava per i boschi del Monte Subasio e dopo circa un
mese un altro video mi fece saltare dalla sedia, questa volta in pieno giorno, una
bellissima sfilata su di un tronco di abete bianco caduto a terra degna della
più famosa top model. Ma le sorprese non finisco qua: il 15 Settembre 2018 anche
i sensori della seconda fototrappola scattano difronte al passaggio del Felis silvestris silvestris. Purtroppo,
dalle sole immagini non sono riuscito a capire il sesso e se l’esemplare è
sempre lo stesso. La prima fototrappola è piazzata in un bosco di Abete bianco,
la seconda in un tratto di bosco misto ma in linea d’aria non sono molto
distanti quindi è molto probabile che sia sempre lo stesso esemplare. Tirando
le somme in circa un anno e mezzo di riprese sono riuscito a filmarlo solo (si
fa per dire) 4 volte, continuerò ancora con questo mio “progetto” sperando di
riuscire ancora a strappare qualche altro secondo al fantasma dei boschi…

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