Storia, curiosità e genesi del Ferro di Monteleone di Spoleto

Forse non tutti sanno che c’è stato un tempo in cui l’Umbria aveva un ruolo centrale nella produzione e nel’estrazione di materie prime. A Monteleone di Spoleto sono presenti ancora i segni di questa epopea nell’estrazione del ferro, dalle miniere di Monte Birbone.

Il Territorio

Monteleone di Spoleto, in provincia di Perugia, è situato nell’alta Valnerina, in un’area di notevole pregio ambientale, ricca di notevoli bellezze naturali e siti di interesse comunitario per le specie floristiche e faunistiche presenti. Questi aspetti fanno da cornice ad un angolo paesaggistico fra i più emozionanti e di rara bellezza della Regione Umbria, che ha anche profonde radici culturali legate alla presenza dell’uomo sin dai tempi delle prime popolazioni italiche. Il territorio di Monteleone di Spoleto è prevalentemente montuoso ed è caratterizzato da due unità paesaggistiche principali. La prima è costituita dai rilievi della dorsale M.Coscerno-M.Aspra e di M.Cornuvolo.

I rilievi sono di natura calcarea (la vetta più elevata è il Monte Aspra 1654 m situata a sud ovest rispetto all’abitato di Monteleone) ed hanno sommità piuttosto ampie, versanti acclivi che delimitano il territorio sia ad est che ad ovest di Monteleone. La seconda è costituita da unità sub pianeggianti, dove scorrono i corsi d’acqua fra cui il collettore principale è il Fiume Corno.

Panorama su Monteleone e sullo sfondo il Terminillo

CENNI STORICI

Monteleone di Spoleto è stato abitato sin dall’antichità: nelle vicinanze sono state scoperte necropoli protovillanoviane ed etrusche. Tra le vestigia etrusche fu rinvenuta la celeberrima biga nella zona del Colle del Capitano. Secondo il Furtwängler la biga risalirebbe alla metà del VI secolo a.C.. La biga è custodita presso il Metropolitan di New York. Tracce di insediamenti di epoca romana si hanno dove vi è l’odierna frazione di Trivio.

La vera e propria fondazione del primo nucleo del castello di Monteleone avvenne dopo il crollo dell’Impero romano, con la calata dei barbari da nord. Nell’880 il nobile Attone edificò il castello di Brufa. Distrutto intorno al 1100, il castello fu subito riedificato e donato a Spoleto (donde il nome del paese) dal signore locale. Nel 1535 i monteleonesi insorsero contro Spoleto per rendersene indipendenti, stilarono lo statuto della Republica Montis Leonis.

Spoleto tentò la riconquista con varie campagne militari, ma non riuscì nel suo intento per la fiera resistenza dei monteleonesi e perché essi si rivolsero al papa in cerca della sua protezione. La resistenza e la posizione strategica di Monteleone indussero Pio IV a sottrarla del tutto alla dipendenza da Spoleto, facendone un possedimento papale e ponendola, nel 1559, sotto la delegazione di Perugia.

GEOLOGIA DEL TERRITORIO

La storia geologica del territorio di Monteleone di Spoleto inizia circa 200 milioni di anni fa, nel periodo Giurassico. Oggi su queste montagne abbiamo delle rocce calcaree e marnose appartenenti alla Successione Stratigrafica umbro-marchigiana, che si è formata in ambiente marino come testimonia la presenza di fossili (ammoniti, gasteropodi, bivalvi, crinoidi, foraminiferi, ecc.) che vanno dal Giurassico inferiore (circa 200 milioni di anni fa) fino al Paleogene (25 milioni di anni fa).

Il paleoambiente

I resti fossili che si rinvengono in queste rocce ci permettono di ricostruire il tipo di paleo ambiente in cui queste si sono formate. Da questo sappiamo che circa 200 milioni di anni fa anche in quest’area vi era un paleo ambiente simile a quello delle attuali Bahamas (piattaforma carbonatica), con isole coralline, mare caldo poco profondo. Questo antico fondale marino era l’Oceano della Tetide.

Circa 195 milioni di anni fa il fondale marino subì una modifica a causa di movimenti della crosta terrestre che provocarono la rottura della piattaforma carbonatica con la formazione di bacini profondi e zone meno profonde chiamate alti strutturali. Bisogna attendere il Cretaceo inferiore (145 – 95 milioni di anni fa) per avere una situazione più omogenea del fondale marino. 

Per diversi milioni di anni sui fondali prevale la sedimentazione carbonatica, alternata a intervalli di stratificazione argillosa. Nei depositi di calcare si inseriscono gran quantità di minuscoli gusci di organismi unicellulari: i foraminiferi planctonici.

Sono inoltre presenti strati ricchi di animali a guscio silicei, come i radiolari; e livelli di bitume scuro, per i resti di organismi accumulati in assenza di ossigeno.

Nel Cretaceo superiore, 100 milioni di anni fa, la fra la placca africana e quella europea, porta a una progressiva chiusura dell’Oceano Tetide. La deposizione carbonatica lascia il posto ad apporti sempre maggiori di sedimenti argillosi di origine costiera. Nel Paleogene si ha un’ultima deposizione pelagica, con strati di calcari e argilla di colore rosso, per la presenza di ossidi di ferro.

Nel
Neogene, 12 milioni di anni fa, un drastico sconvolgimento interessa la
penisola italiana: l’orogenesi appenninica.

L’orogenesi

La collisione delle placche europea e africana comprime, impila e solleva i sedimenti accumulati in 200 milioni di anni sui fondali della Tetide. Dal mare emergono pieghe e sovrascorrimenti che danno forma a montagne, allineate in dorsali. Ma appena la catena appenninica si solleva, ha inizio la sua morfogenesi. Esposte agli agenti atmosferici e alla gravità, le cime prendono a disgregarsi.

Da area di deposizione, il dominio umbro-marchigiano diviene zona di erosione, modellando i versanti in forme poco scoscese. Nel Quaternario, 2 milioni di anni fa, una nuova fase tettonica e l’alternanza climatica portano alla formazione di bacini intramontani e valli fluviali.

È il paesaggio che conosciamo, che sembra immutabile ed in realtà è in continua evoluzione.


Cosa è che lega Monteleone di Spoleto alle miniere?

Nei dintorni di Monteleone di Spoleto è stata realizzata sin da epoca storica estrazione di minerali che contenevano ferro: la riscoperta di questi luoghi è di fondamentale importanza per la ricostruzione dell’Archeologia Industriale del Territorio. In particolar modo l’Umbria, tra il Seicento e la prima metà dell’Ottocento, fu interessata da un’intensa attività estrattiva di ferro, ampiamente documentata, in diverse località fra cui Monteleone di Spoleto.

Le miniere di ferro dell’area di Monteleone di Spoleto hanno avuto origine in due modi differenti : a) depositi residuali e b) depositi idrotermali.

Ferro residuale

a) Le aree di Gavelli, Monte Cornuvolo, Rescia, Ocre e Colle Policiano sono depositi residuali, caratterizzati da piani carsici e doline. Infatti, come descritto in precedenza le montagne sono costituite da rocce sedimentarie calcaree di origine marina. Queste rocce possono subire il fenomeno carsico, ovvero il lento e graduale scioglimento del carbonato di calcio (calcare) ad opera dell’acqua. Il materiale non dissolto è definito deposito residuale ed è spesso ricco in ossidi di ferro. L’estrazione del minerale avveniva a cielo aperto, di solito questi depositi si trovano sul fondo di depressioni di origine carsica (doline spesso con specchi d’acqua con formazione del cosiddetto ferro delle paludi) o tettono-carsica (piani carsici) e gli ossidi-idrossidi di ferro con gli ossidi di manganese venivano separati dalla ganga (il materiale di scarto che deve essere tolto dal minerale prima di essere utilizzato).

La Miniera di Monte Birbone (o Terargo)

b) La miniera situata in Loc. Terargo, sul fianco sud-orientale di Monte Birbone, è un deposito idrotermale (fluido ad alta temperatura) ed è stata interessata anche da attività estrattive sotterranee (ipogee). Il minerale è qui localizzato secondo allineamenti che coincidono con fratture di origine tettonica.

La miniera di Terargo è sviluppata in una serie di gallerie e cunicoli all’interno di un calcare molto fratturato; nell’area, infatti, è localizzata una faglia che mette a contatto i litotipi del Calcare Massiccio del Giurassico Inferiore con i Calcari Diasprigni del Giurassico Superiore. Da un’analisi effettuata nel 1940 presso i laboratori del CNR di Roma, il minerale estratto aveva la seguente composizione: Residuo insolubile 23,20 – Ferro 57,60 (pari al 40,32% di Fe) – Manganese 5,60 (pari al 4,03% di Mn).

Analisi Mineralogiche condotte sui campioni presso l’Università di Torino e con il supporto dell’A.M.I. (Famiani F., 2013) hanno dato la presenza di Goethite, Limonite, Ematite, Pirite e Fluorite ed ossidi di Manganese. L’analisi di campioni presi nei in alcuni cunicoli evidenziano anche la presenza di calcite (specie nelle fratture dove riesce a percolare l’acqua) e di ocra gialla.

Dalle miniere di Monte Birbone proveniva il ferro, con il quale furono realizzati i due cancelli laterali medi della Basilica di San Pietro, (detti di Urbano VIII)   e quelli che chiudevano il Pantheon a Roma, tolti nel 1882 e trasportati all’Abbazia di Casamari. Su questi manufatti si trova un’incisione con la scritta: “ex fundinis Montis Leonis”, che attesta la certa provenienza del materiale lavorato presso le ferriere realizzate in località Ponte delle Ferriere, lungo la vecchia statale che dalla Frazione di Ruscio raggiunge Cascia. Le miniere di Monte Birbone sono ancora oggi facilmente raggiungibili seguendo la sentieristica CAI.

Per approfondimenti – Monteleone di Spoleto

Bibliografia
Carbonetti L. – Pagine di Storia di Monteleone di Spoleto scritte da Don Ansano Fabbi,
Associazione Turistica Pro Loco Monteleone di Spoleto, Roma, 1992.
Album XIII (1846) – “Delle miniere di ferro e degli stabilimenti per la manifattura del medesimo nello stato pontificio “ pagg. 217-224.
Barbieri G. (1940) – Industria e politica mineraria nello Stato pontificio dal ‘400 al’600. Cremonese, Roma.
Boni C., Bono P. & Capelli G. (1986) – Schema idrogeologico dell’Italia centrale. Mem. Soc. Geol. It., 35:991-1012.
Breislak S. “Relazione sulla Miniera di ferro di Monteleone e ferriera di Terni” Roma, 30 fruttidoro dell’anno VI repubblicano.
Cavallini M. (1999) – L’impresa di Monteleone. ArcheoAmbiente- Monteleone di Spoleto
Damiani A.V., Baldanza A., Barchi M.R., Boscherini A., Checcucci R., Decandia F.A.,Felicioni G., Lemmi M., Luchetti L., Motti A., Peccerillo A., Ponzani F., Rettori R., Simone G., Tavarnelli E., Tuscano F. & Vergoni N. (2011) – Note Illustrative della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:50000 – Foglio 336 “Spoleto”: Ispra.
Famiani F. (2012) – Le attività Minerarie di Monteleone di Spoleto – Nuove Direzioni. Periodico. N° 9 Aprile 2012 Pagg. 58-65.
Famiani F. (2013) – Le attività estrattive di Monteleone di Spoleto – Il Monteluco – Rivista a cura della sezione CAI di Spoleto. Pagg. 8-12. N° 24 Dicembre 2013

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